Viaggi al buio / 5
Posted 24/03/2016
on:di Antonio Giampietro
Dopo le quattro puntate apparse già nel 2015, riprendiamo volentieri le ‘corrispondenze dal mondo buio’ che raccontano lo spazio come microcosmo intimo, oltre che come geografia reale. Il breve brano che segue è la graditissima anticipazione della seconda raccolta lirica di Antonio Giampietro, Nelle curve del silenzio, ricca di illustrazioni originali di Michele Condrò (autore anche della copertina che qui pubblichiamo), che in questi giorni esce per FaLvision editore.
Sulle strade di Nazareth
Sulle strade di Nazareth, respiro la notte. Passa veloce la strada, non è fredda l’aria che mi sfugge, ombra a ombra.
Corro sulla breccia: che odore di musica nel vento! E misto a questi fumi, nel braciere di questi uomini, un sapore dischiuso: la carne aromatizzata è in tutti i vicoli della città, nelle insenature del cuore.
Non mi fermo, proseguo lungo il percorso della sera, ogni gesto che sfugge alla mia estasi rimbalza nell’aria semi calda di un dicembre estivo.
Ora mi scuoto, sono di fronte ad un intrico di viuzze che si inerpicano nel ventre di questa città, di questo antico paese che continua a vivere, oltre le mura degli anni. Sondo il selciato, solleticato dalla polvere del tempo, mi risponde a tocchi di malinconia.
Un brusio lontano che mi racconta i brividi di un momento che giunge, un istante che preme: mi coglie l’insoddisfazione dei passi, quasi non reggo all’assillante nostalgia del ricordo.
Ritorno a volare nel brusio della notte, ho evitato di guardarmi le scarpe che pulsano ad ogni contatto col terreno. Ho volontariamente socchiuso gli occhi per rivivere un gesto di veglia che non tace del destino fremente che l’attende.
Non ricordo da quanto tempo sto scivolando su questo suolo ancora caldo dei raggi del sole, non ho ancora compreso come le mura strette di queste casupole mi abbiano imprigionato in una corsa labirintica: ma non temo il disincanto, non ho ansia, il giorno è ancora lontano e voglio godere di questa calda malinconia. Domani, forse, all’alba, sentirò il fresco sapore del mattino invitarmi alla storia più cruda, quella delle pagine scure del presente che rimpiange, ma ora che il segno del passato è nel mio animo, voglio restare nell’incauto spazio d’un lontano, vibratile respiro.
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