incroci on line

Archive for the ‘attualità’ Category

galileo

C’è scienza e Scienza

di Lino Angiuli

Ancora una volta bisogna scomodare Leopardi per domandarci chissà se gli “scienziati” che un giorno sì e l’altro pure si affacciano al telefinestrone per dire tutto e il contrario di tutto sull’imperante doppia V (Virus/Vaccino), chissà se ricordano il passaggio della “Ginestra” in cui, con il suo sguardo acuto, profetico e sempre attuale, il Giacomo nazionale criticava l’arroganza delle «magnifiche sorti e progressive», quelle da cui sarebbe poi scaturito il pensiero positivista e l’idolatria scientista oggi riaffiorante come una vena carsica. Lo stesso pensiero positivista a suo tempo praticato eppure messo in crisi dal dr. Freud, allorquando, sfidando le resistenze culturali degli scienziati dell’epoca, si avventurava ad esplorare la magica terra che un giovanissimo Artur Rimbaud aveva chiamato l’inconnu ovvero l’inconscio.
Leggi il seguito di questo post »

1993, 9 novembre. Mostar

ORWELL IN UCRAINA: NOTE SU UNA NARRAZIONE DI GUERRA

di Daniele Maria Pegorari

Facendo seguito all’articolo La cultura della pace forse non è mai esistita (e il risultato si vede), apparso su «la Gazzetta del Mezzogiorno» venerdì 25 marzo 2022, l’autore torna a difendere le ragioni della pace dalle riduzioni semplicistiche di cui esse sono oggetto nelle attuali narrazioni mediatiche e politiche.

Tutto è cominciato con la scelta di una colonna sonora che per un ragazzo degli anni Ottanta come me è uno strizza-cuore: la voce di Sting che canta «I hope the Russians love their children too», seguita dalla struggente citazione del Luogotenente Kijé di Sergej Prokoviev, è tornata dopo quasi quarant’anni a cullare le nostre emozioni nei primi giorni della terribile invasione russa in Ucraina, come sottofondo dei servizi giornalistici di diversi canali televisivi, immediatamente facendo leva sulle nostre corde sentimentali più profonde, e non solo quelle dei ricordi di chi c’era già nell’altro secolo, poiché la forza della musica è (soprattutto quando è grande musica) quella di coinvolgere e travolgere con un’immediatezza anche superiore a quella che di solito chiamiamo empatia. Ma, proprio per questo, la musica può, se non creare semplificazioni, quanto meno accarezzarle, aiutarle. E allora andiamoci piano e cerchiamo di chiarire. Leggi il seguito di questo post »

Computer_keyboard_rainbow

Prestiti da gaming

di Camilla Zonno

Quella che segue è l’indagine di un’insegnante di italiano e latino nei licei intorno al dilagante fenomeno della contaminazione del linguaggio giovanile con termini provenienti dalla pratica in rete dei social gaming. Ci auguriamo che alla curiosità linguistica (che dovrà poi essere confortata dalla verifica degli effetti a medio e lungo termine) possa affiancarsi un altro livello di riflessione: come mai il 100% di questi prestiti e calchi linguistici ha un elevato contenuto di aggressività? Quali effetti psicosociali potrà avere la consuetudine massiccia di giovani e meno giovani con giochi di simulazione bellica? E questo nuovo gergo (al di là delle considerazioni glottologiche) non sarà il ‘cavallo di Troia’ che insinuerà nell’immaginario collettivo un’assuefazione alla violenza?

Siamo ormai abituati ad accogliere sempre più frequentemente prestiti linguistici o forestierismi, cioè vocaboli stranieri che sono entrati a far parte della nostra lingua e che noi utilizziamo ogni giorno più o meno consapevolmente. Si tratta di parole, per lo più inglesi, che vengono classificate come prestiti ‘di necessità’ ovvero termini assenti nel nostro vocabolario e che pertanto devono necessariamente essere importati da altre lingue: essi riguardano soprattutto il mondo dell’informatica come computer, mouse, hardware, software. Leggi il seguito di questo post »

cop-sospeso-respiro-low

GABRIO VITALI (a cura di-), Sospeso Respiro. Poesia di Pandemia 

Moretti & Vitali Editori, Bergamo 2020

di Claudio Toscani

Non nuovo a risolutive pagine di saggistica, sia di vasto valore prospettico (Odissei senza nòstos, ad esempio, sul senso della creatività letteraria, della vita, della storia e della civiltà), sia di monografica scultura di un singolo autore (L’ulivo e il vento, per citare, riflessioni sull’opera di Lino Angiuli), lo scrittore Gabrio Vitali, valente diagnosta dell’intelligenza artistica ovunque dia segni di assestata sapienza umana, etica, culturale e linguistica, tiene ora a battesimo una antologia di poeti sui tempi e i modi d’assedio del Covid—19, costruita sul lavoro di quattro autori dei nostri giorni: Alberto Bertoni, Paolo Iacuzzi, Giancarlo Sissa e Giacomo Trinci (associati, in chiusura di libro, alle rilevanti testimonianze di Cristina Rodeschini, direttrice dell’Accademia Carrara di Bergamo – “a museo vuoto” – e di Mauro Ceruti, titolare di vasti domini di ricerca scientifica – “un groviglio inestricabile” -).                                                                         Leggi il seguito di questo post »

Afghanistan

Realisti Terminali, Pace, sola igiene del mondo. Il caso Afghanistan e la bancarotta dell’Occidente

 

In questi giorni in cui nuovi venti di guerra soffiano dall’Afghanistan, gli scrittori e gli artisti che si riconoscono nella poetica del Realismo Terminale, sotto la guida di Guido Oldani e Giuseppe Langella, hanno steso un documento pacifista. Volentieri «incroci» fa sua questa posizione e collabora alla sua diffusione.

Nel manifesto di fondazione del Futurismo, Marinetti proclamava “la guerra, sola igiene del mondo”. La storia gli avrebbe dato torto marcio. Le guerre del Novecento, infatti, hanno provocato milioni di morti, tra i civili non meno che tra i soldati, hanno raso al suolo tante città, hanno ridotto alla fame o costretto alla fuga intere popolazioni, ma non hanno estirpato il male per il quale sono state combattute. Anzi, lo sviluppo tecnologico, così caro a Marinetti, è servito solo a moltiplicare gli effetti devastanti delle armi, come ci ha ricordato, pochi giorni fa, la ricorrenza dello sganciamento delle due micidiali bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Così, paradossalmente, rinfocolato dalle guerre, il male ha messo radici ancor più profonde, alimentato dall’odio e dai propositi di vendetta. Il ricorso alle armi non risolve alcun conflitto. La guerra produce solo altre guerre. Rovesciando la tesi di Marinetti, noi Realisti Terminali affermiamo con decisione che non la guerra, ma la pace è la sola igiene del mondo. La pace mondiale è il bene supremo cui tutti dobbiamo aspirare. Seppelliamo, dunque, le guerre nel pozzo nero del Novecento, incateniamo i mostri e cambiamo strada. Le vie diplomatiche del dialogo e della riconciliazione, si sa, sono lunghe e difficili: nessuno si illude che sia agevole trovare le mediazioni giuste, in grado di soddisfare i vari contendenti; ma una cosa è certa: nessuna pace firmata sotto la minaccia delle armi può essere duratura. Spezzare la spirale della guerra è la condicio sine qua non per sperare di costruire una pace stabile e sicura; poi, naturalmente, in sede di trattative bisogna tenere nel debito conto le richieste legittime di tutti, perché nessuno si senta trattato da parte perdente. Leggi il seguito di questo post »

papa francesco su dante

una nota di Valentina Merla

Il 25 marzo 2021 – in coincidenza col cosiddetto Dantedì – papa Francesco ha dedicato al Sommo Poeta una lettera apostolica, unendosi così all’attenzione internazionale per il settimo centenario della sua morte. Non è la prima volta che il magistero della Chiesa trae ispirazione dalla Commedia: ne è esperta l’autrice di questa nota che su questo argomento ha discusso nell’Università di Foggia una tesi magistrale con Daniele Maria Pegorari (a.a. 2007/2008) e una tesi dottorale con Domenico Cofano (a.a. 2013/2014), pubblicandone prima i risultati parziali in un saggio sulla rivista internazionale «Dante» nel 2009, poi quelli definitivi nel poderoso volume Papi che leggono Dante. La ricezione dantesca nel magistero pontificio da Leone XIII a Benedetto XVI (Stilo, Bari 2018). Dal 2015 è insegnante di ruolo.

Con questo articolo annunciamo il tema del prossimo numero di «incroci» (in uscita a giugno): il Sacro. Una nozione che ci scuote intimamente, in un tempo in cui nuove forme di organizzazione socioeconomica planetaria mettono in discussione la natura creaturale dell’uomo e il significato di ‘umanesimo’.

 

«Splendore della luce eterna»: comincia così, facendo riferimento a una nota antifona mariana, la lettera apostolica per la commemorazione del settimo centenario dantesco, pubblicata il 25 marzo, un giorno, quello dell’Annunciazione, dal valore profondamente simbolico; infatti se parlare della Madre inequivocabilmente significa parlare del Figlio e della sua Incarnazione, non si può dimenticare che esattamente il volto umano di Gesù è l’approdo del viaggio dantesco. Leggi il seguito di questo post »

Pasolini politico?/2

di Daniele Maria Pegorari

All’intervento di Pasquale Vitagliano sulla possibile attualità politica di Pier Paolo Pasolini, pubblicato dal blog di «incroci», risponde questa nota del condirettore della rivista, auspicando che altri vogliano condividere o intervenire (con commenti o altre proposte di articolo). Allo scadimento del confronto ideale nelle forme del chiacchiericcio e dello slogan a effetto – che tanto sta corrodendo l’intera scena politica contemporanea – si può forse reagire con una più ragionata articolazione del dibattito democratico.

 

L’articolo che Pasquale Vitagliano (giornalista e poeta) ha dedicato alla riflessione su una formula politica molto problematica – quella pasoliniana della «destra sublime» – ha il merito di ricordare a «incroci» una delle sue vocazioni principali: quella di innestare lo studio della letteratura (e di altre discipline umanistiche) nel fuoco dell’attualità, onde trarne lo stimolo per una critica costruttiva e ricavarne dei paradigmi interpretativi generali e particolari. Più semplicemente, delle agognate ciambelle di salvataggio nei marosi della società liquida. A quella tragedia in cui Pasolini fece comparire quello strano sintagma – «destra sublime», appunto – mi sono rivolto una dozzina d’anni fa, quando Pasquale Voza ne diede una nuova edizione (purtroppo ora introvabile), con un’introduzione che già si arrovellava intorno alla plausibilità politica della vicenda rappresentata. Il punto è che Bestia da stile è un’opera teatrale difficile, ossessiva e ossessivamente incompleta, ‘interminata’ e interminabile, come tutte le ultime opere di Pasolini. Leggi il seguito di questo post »

Pasolini politico?

di Pasquale Vitagliano

«Il volgar’eloquio: amalo». Da questo verso deriva il titolo del libretto che trascrive il colloquio tenuto da Pier Paolo Pasolini con un gruppo di docenti e di studenti il 21 ottobre 1975 presso la biblioteca del liceo classico “Palmieri” di Lecce sul tema “Dialetto e scuola”. Il testo venne edito un anno dopo per le edizioni Athena di Napoli, a cura di Antonio Piromalli, professore dell’Università di Cassino, tra gli organizzatori dell’incontro su iniziativa del Ministero della Pubblica Istruzione, e dell’antropologo Domenico Scarfoglio. Si tratta dell’incipit del monologo di Bestia da stile, una tragedia allora inedita, e che fu concesso dalla nipote di Pasolini, Graziella Chiarcossi, la quale ne conservava l’originale dattiloscritto. Il colloquio parte proprio da questi versi. Pasolini stesso precisa che si tratta dell’ultima strofa e che essa «cita e, in un certo senso, rifà e mima i Cantos di Pound». Leggi il seguito di questo post »

di Marc Tibaldi

Innanzitutto poeta, ma anche sociologa, musicista, editrice, Rita Pacilio articola questa identità molteplice con grande sensibilità, valorizzando la propria visione trasversale e concatenante. Le sue poesie e i suoi libri – in particolare Gli imperfetti sono gente bizzarra – sono stati tradotti in francese, spagnolo, arabo, rumeno, greco e hanno ricevuto importanti riconoscimenti in Italia e all’estero.

Quali sono stati i primi tuoi riferimenti di scrittura? Riesci a ricostruire a posteriori una genealogia?

Grazie a una bravissima insegnante, fin dalle elementari, mi sono appassionata ad Aldo Palazzeschi, e attraverso la sua poesia mi sono resa conto che la parola può essere arricchita di tanto senso emotivo, che è l’espressione più bella della musicalità insita nella natura e nel nostro corpo. Gli amori di scrittura degli anni successivi sono stati Pavese, Gatto, Cardarelli, e poi, fondamentale, è stato l’incontro con la sensibilità estrema di Dino Campana. Non riesco a trovare una genealogia tra la mia ricerca attuale e le letture di formazione. Attraverso lo studio della storia della letteratura mi sono lasciata rapire da scrittori e poeti molto distanti, da Shakespeare ad Artaud. Sento che dietro di me c’è un insieme molto diverso di riferimenti. Per esempio, penso che Pascal pur non essendo ricordato come poeta abbia fatto vera poesia, le lettere alla sorella Jacqueline, hanno una forte temperatura poetica, così pure le lettere di Grazia Deledda a Luigi Albertini, la stessa poesia che ritrovo nelle lettere di Kafka a Milena, dove ogni frase è visionaria. La poesia, per me, non è esclusivamente il verso, la metrica, e proprio da queste riflessioni ho concepito L’amore casomai, dalla possibilità di vedere la poesia nella costruzione sintattica della prosa, tenendo anche presente la ricerca di Caproni, Sanguinetti e altri che hanno spostato l’attenzione sulla prosa poetica. Leggi il seguito di questo post »

copertina33

da Incroci 33

 

La rivoluzione passiva dell’ISIS in Siria

 

un saggio di Marisa Della Gatta

Nelle dinamiche attuali del conflitto siriano, l’ISIS si pone come una tra le più potenti opposizioni al regime di Bashar al-Assad. Sebbene la sua nascita come gruppo militare e politico sia dovuta al vuoto di potere creatosi in Iraq con il governo sciita di al-Maliki, l’ideologia dell’ISIS ha trovato terreno fertile per il suo sviluppo in territorio siriano. Il presente articolo ha lo scopo di analizzare l’evoluzione della proposta dello Stato islamico in Siria e il tipo di alternativa da esso rappresentato.
L’autrice, dottoranda in Politica e relazioni internazionali presso la Macquarie University (Sydney, Australia) con un progetto di tesi sullo status delle comunità diasporiche siriane, lo legge non come un movimento estraneo alla storia siriana, bensì come un fenomeno organico al fondamentalismo siriano e come un tipo di rivoluzione passiva, secondo un’opportuna rilettura di Antonio Gramsci.

 Leggi qui l’articolo:  Marisa Della Gatta, La rivoluzione passiva dell’ISIS in Siria

medi(t)ando2Crociate moderne e oscurantismo antico

 

 

 

 

 

di Sara Ricci

 

Non c’è niente da fare. La maledizione del lunedì si abbatte su di me ogni settimana, disseminando la mia esistenza di indizi talvolta microscopici uniti a prove tangibili della sua potenza. Stamattina la sveglia, anziché suonare come di consueto alle 6, ha deciso di trillare imperiosamente alle 4.22, interrompendo il mio sonno inquieto a mala pena dopo due misere ore; il risveglio improvviso mi ha letteralmente catapultata giù dal letto, consentendomi di testare la solidità del parquet con l’ampia superficie della mia fronte, attualmente non priva di sinuosi rilievi collinari e bitorzoli da impatto. Sono scesa in cucina per annegare la mia disperazione in una intera caffettiera napoletana, piacere lento e meditativo che mi concedo per invertire la tendenza disastrosa di giornate come questa.

Ed è in quel momento che ho commesso l’errore. Sarà stato il fastidio del pigiama che pizzicava come una cotta di maglia, la testa pesante come fosse incorniciata da un grande elmo, il cucchiaio brandito a mo’ di daga ma ho avuto sentore di medioevo sin dal primo sorso di caffè. E accendendo il pc per la mia quotidiana rassegnata rassegna stampa mi sono imbattuta in un resoconto delle recenti manifestazioni di piazza che hanno visto sfilare da una parte gli strenui difensori della tradizionale sacra famiglia eterosessuale (possibilmente santificata in chiesa perché il matrimonio civile è una presa per i fondelli oltre che un insulto a Dio), dall’altra orde colorate di pervertiti di ogni sorta inneggianti a improponibili idee di uguaglianza e anacronistica parità di diritti tra esseri umani. Crociate moderne, secondo la definizione ricorrente, che attinge a un lessico e a un immaginario oscurantista da apocalisse imminente unita ad estinzione della specie a causa della dilagante peste omosessuale. Leggi il seguito di questo post »

imm1Satira e saturazione mediatica. Noterella su «Charlie Hebdo»

 

 

 

 

di Sara Ricci

 

Dovevo intuirlo dal grigiore di quella mattina di inizio gennaio densa di presagi funesti: il caffè improvvisamente finito, la doccia interrotta nella fase critica dello shampoo che cola urticante negli occhi, lo sciopero non concordato della caldaia,  l’esplodere del morbo influenzale per chiudere in mestizia la tregenda natalizia. Erano chiari segnali che la saggezza popolare non sbaglia mai e che, malgrado non abbia mai trovato zampe di gatto nel lardo e che sul “moglie e buoi dei paesi tuoi” potrei scrivere un breve trattato di antropologia coniugale, il Leitmotiv “anno bisesto, anno funesto” ha caratterizzato le mie riflessioni mattutine post terza tazzulella di caffè.

Sull’ecatombe artistica e culturale che si è verificata in questi giorni tacerò per lutto (non mi sono ripresa ancora dalla morte di Lou Reed, figuriamoci se riesco a metabolizzare la scomparsa di David Bowie; e Alan Rickman, purtroppo per lui ricordato quasi esclusivamente come il Severus Piton di Harry Potter; e Franco Citti che “ma non era già morto? No, quello era Sergio”, ieri Michel Tournier alla veneranda età di duecento anni, ma la scrittura, quella, è immortale; oggi Glenn Frey, lo storico fondatore degli Eagles che torna a volare con le aquile). Insomma, un superlavoro per gli amanti del necrologio quotidiano, per i commentatori compulsivi da social network, per tutti coloro che, come me, a prima mattina si immergono nel vortice della comunicazione come in un bagno rilassante che si conclude con l’accidentale caduta di un asciugacapelli acceso nella vasca. Leggi il seguito di questo post »

PremioNei paraggi di premiopoli

 

 

di Lino Angiuli

 

«Un popolo di poeti di artisti di eroi di santi di pensatori di scienziati di navigatori di trasmigratori»: la frase che campeggia sulla sommità del Palazzo della Civiltà Italiana all’Eur andrebbe periodicamente chiosata e aggiornata, per verificarne la portata e la tenuta ovvero la distanza tra le mappe valoriali di allora e di ora, tenendo presente che il Duce ebbe a pronunziarla il 2 ottobre del 1935, rivolgendola contro le Nazioni Unite, che avevano osato condannare l’Italia per l’aggressione all’Abissinia.

Quanto alla prima categoria, essa può ancora stare in pole position, se si considera che sono quasi duemila i titoli annualmente prodotti dai nostri versificatori, nonostante i lettori di poesia, in Italia, si debba cercarli con il lanternino. Insomma, meno si legge e più si scrive, eppure la categoria non arretra, non si perde d’animo e resiste, nonostante qualche critico torni ciclicamente a dichiarare ex cathedra la “morte della poesia”. Leggi il seguito di questo post »

di Cecilia Mangini

Tutti o quasi si sono sbrigati a salutarlo una volta per sempre, a fasciarlo di elogi riducendolo a una mummia immota, celebrandolo per una vecchiaia che tanto ormai conta quanto il due picche, dichiarandolo sconfitto non con l’amarezza con cui lui si definiva, ma con un malcelato sospiro di sollievo, esaltandolo per la carica di Presidente della Camera, oggi che la Costituzione conta sempre meno e sempre meno conterà. Della sua elaborazione politica, nata in  seno alla sua corrente e che in Italia e perfino nel suo Partito è stata marginalizzata, non sembra ricordarsi nessuno, complice forse lui stesso che negli ultimi anni preferiva descriversi come un idealista con gli occhi rivolti alle sfere celesti. Leggi il seguito di questo post »

 

2014. Nelo Risi

Di certe cose che dette da Nelo Risi suonavano molto meglio.

È morto l’ultimo grande poeta del Novecento

 

 

di Daniele Maria Pegorari

 

Ogni tanto qualcuno sostiene che la poesia contemporanea sia morta; e a me pare sempre una ‘sentenza’ immotivata e quanto meno imprudente, perché lo sguardo troppo ravvicinato può convincerci che sia spacciato ciò che magari attraversa solo un cattivo momento di salute. Invece ora possiamo forse dire che è morta la grande poesia del Novecento, anzi possiamo persino fissarne la data di decesso: è accaduto oggi, venerdì 18 settembre 2015, giorno in cui, a trent’anni esatti da Italo Calvino (che di lui era più giovane di tre anni) si è spento Nelo Risi, l’ultimo gigante del secolo (Milano 1920 – Roma 2015). Leggi il seguito di questo post »

«LA REALTÀ È SUPERIORE ALL’IDEA» E «IL TEMPO È SUPERIORE ALLO SPAZIO».

 L’ENCICLICA DI PAPA FRANCESCO SULLA «CURA» DELL’AMBIENTE

 

 

di Daniele Maria Pegorari

 

Pensata come una lettera indirizzata «a tutte le persone di buona volontà» (n. 62) e non solo al popolo dei credenti in Cristo, l’enciclica Laudato si’, data il giorno di Pentecoste del 2015, terzo del pontificato di papa Bergoglio, è una riflessione morale sulla relazione stretta fra crisi ambientale e modello di sviluppo, che merita di entrare nel dibattito ideologico contemporaneo per la chiarezza delle proposizioni e per il coraggio con cui chiama in causa categorie e nodi concettuali altrove ritenuti spinosi, come «il lavoro» in quanto «senso della vita su questa terra» (n. 128), il «mondo postmoderno» (n. 162) o «post-industriale» (n. 165) e la «decrescita» (nn. 191-198). La struttura del ‘genere letterario’ è rigorosamente rispettata, col costante richiamo alla tradizione biblica (soprattutto veterotestamentaria, mi è parso) e alla tradizione magisteriale, con una comprensibile ricorrenza dei documenti dei due papi più recenti e della stessa esortazione apostolica Evangelii gaudium pubblicata da Francesco il 24 novembre 2013, giacché la tematica di stringente attualità scoraggia la ricerca di fondamenti dottrinali troppo indietro nel tempo. Stupisce favorevolmente la frequente citazione di documenti collettivi (come quelli di diverse conferenze episcopali non italiane) che confermano il carattere di novità del papa argentino: il suo cercare la nobiltà della Chiesa nella sua interezza, nel suo ‘corpo’, più che nella saldezza dell’auctoritas. Fa parte di questo carattere nuovo anche lo stile colloquiale dell’enciclica, la semplicità del dettato, l’abitudine a tornare sui nodi prediletti, temendo più di non essere compreso che di ripetersi. Leggi il seguito di questo post »

Mario Desiati, La notte dell’innocenza. Heysel 1985, memorie di una tragedia

Rizzoli, Milano 2015 

 

 

di Daniele Maria Pegorari

 

Sono uno juventino di centro: nel senso che quella calcistica è forse l’unica fede moderata della mia vita. Intendiamoci, credo di aver pianto anch’io di disperato nervosismo dopo una sconfitta della mia beneamata, ma avevo 13 anni e non riuscii a sopportare, dopo la perdita dello scudetto a vantaggio della Roma di Falcao e Conti, anche il cocente scippo della Coppa dei Campioni, il 25 maggio 1983 ad Atene, da parte di un insignificante Amburgo. Sarebbe stato troppo per chiunque, penso… Ci rifacemmo l’anno seguente col miglior Platini di sempre e un nuovo portiere perugino, Tacconi, che ebbe la meglio sull’eterno secondo, un bresciano dal cognome che all’epoca non poteva dirmi nulla, ma che una decina di anni dopo mi avrebbe richiamato alla mente quello di un suo omonimo pugliese, segnato anche lui dal destino di rimanere sulla soglia della ribalta e di non essere mai scelto fra i migliori undici. Il cognome poco fortunato era quello di Bodini, ma in quest’altro caso il ‘gioco’ era quello della poesia. Leggi il seguito di questo post »

 da incroci 29, sezione ‘Saggi’

STRATIGRAFIE TESTUALI DELLA “GRANDE BELLEZZA”

   Un intervento di Daniele Maria Pegorari

 

Al culmine di una formidabile serie di premi cinematografici internazionali, La grande bellezza di Paolo Sorrentino ha ricevuto anche l’Oscar 2014 come miglior film straniero, spinto certamente dal fascino di una fotografia inusuale per il cinema italiano e dall’interpretazione magistrale degli attori, Tony Servillo in testa. La pellicola ha diviso, ça va sans dire, la critica italiana, soprattutto in ordine ai debiti che essa contrae con La dolce vita, col conseguente dibattito intorno all’ossessione dell’originalità.

Nelle pagine che seguono si propone una riflessione – laica e filologica – intorno alla scrittura del film, nella quale, accanto al capolavoro felliniano, compare una ricca rete di allusioni letterarie, musicali e figurative, che ne fa uno dei ‘ragionamenti’ più amari e consapevoli della post-realtà contemporanea. C’entra qualcosa il misterioso ringraziamento rivolto dal regista a Maradona?

 leggi qui il saggio di Daniele Maria Pegorari

da incroci 29, sezione ‘schede’ 

Luca MastrantonioINTELLETTUALI DEL PIFFERO.

COME ROMPERE L’INCANTESIMO DEI PROFESSIONISTI DELL’IMPEGNO

Marsilio, Venezia 2013.


di Sergio D’Amaro

 Questo di Mastrantonio è un pamphlet senz’altro brillante, informato fino allo scrupolo documentario, sostenuto da un nobile intento etico. Saltano subito all’occhio i 34 anni dell’autore e la sua già prestigiosa collocazione editoriale (è responsabile de ‘La Lettura’ per il Corriere della Sera), applicata ad un trampolino di eccellenza e di visibilità. In forza anche di questo, Mastrantonio ha scrutato con cognizione di causa e con raro vigore polemico l’orizzonte del dibattito culturale che fa testo in Italia, a far corso dall’inizio dell’epoca berlusconiana. L’arena è stata ed è dominata da personaggi che hanno acquisito autorevolezza grazie alla grancassa assicurata soprattutto dai talk show televisivi, il più grande mezzo di convinzione di massa, ma anche il più rischioso in termini di coerenza e di affidabilità in tempi di acceso, nevrotico trasformismo.

Leggi il seguito di questo post »

 

 

QUANDO C’ERA BERLINGUER:

UN FILM E UN LIBRO A CURA DI WALTER VELTRONI

 

 

di Daniele Maria Pegorari

 

Il trentennale della morte di Enrico Berlinguer, avvenuta l’11 giugno 1984 in seguito a un ictus subito quattro giorni prima durante un comizio a Padova, in piazza della Frutta, è stato ricordato in Italia da numerose pubblicazioni, variamente orientate e diversamente documentate; fra queste vorrei segnalare Quando c’era Berlinguer (Rizzoli, Milano 2014), curato da Walter Veltroni, colui che da segretario DS portò nel 2001 il suo partito al minimo storico del 16,6%, la metà dei consensi del partito di Berlinguer (riuscendo, in compenso, a diventare sindaco di Roma) e che, primo segretario PD, perse la sfida alla premiership nel 2008. Leggi il seguito di questo post »

un intervento di Tommaso Montefusco*

Quando si parla di letteratura e cultura umanistica occorre prima di tutto avere attenzione per la formazione e per le problematiche che attraversano la scuola e l’Università. In quest’ottica accogliamo il contributo di un nostro lettore, Tommaso Montefusco, che, all’atto di andare in congedo dopo una lunga esperienza come preside nei Licei, ha scelto di affidare al blog di “incroci” alcune sue riflessioni, forse non del tutto “politically correct”, ma, ci auguriamo, stimolanti per il nostro dibattito

«L’Italia è l’unico paese dell’area dell’Ocse che dal 1995 non ha aumentato la spesa per studente nella scuola primaria e secondaria. All’opposto, nello stesso periodo i Paesi dell’Ocse hanno aumentato in media del 62 per cento la spesa per studente negli stessi livelli d’istruzione». Questo ha affermato l’OCSE in un documento pubblicato a Parigi il 25/06/2013! Non si dimentichi che i Governi Berlusconi-Monti, dal 2008 al 2012, hanno tagliato 8 miliardi e 120.000 posti nella scuola pubblica.

Quando il sistema dell’istruzione assume le dimensioni attuali (10 milioni di alunni, 10.000 scuole, 700.000 docenti) e deve essere anche necessariamente democratico, allora bisogna cambiare andazzo. Leggi il seguito di questo post »

un intervento di Carmine Tedeschi 

In una recente intervista su la Repubblica condotta da Antonio Gnoli, Tullio De Mauro a domanda risponde che tra “rabbiosi” e “incazzati” non c’è alcuna sostanziale differenza semantica, ma il secondo termine esprime «un cambio di stile e di costume. È l’Italia bassa e privata che sta prendendo il sopravvento».

Si può misurare quanto vale una parola sul piano dello stile e del costume? Dire che le parole vivono e muoiono, mutano i loro significati a seconda dei contesti, delle situazioni, delle intenzioni di chi le usa e delle attese di chi le ascolta, è come scoprire l’acqua calda. Con un giudizio assai sommario (come impone l’ansiogena pressa dei correnti costumi comunicativi) potremmo dire che le parole “seguono le mode”. Non ci vuole un linguista di fama per affermarlo: lo percepiscono, a parte gli analfabeti, tutti quelli che abbiano un minimo d’intelletto capace di riflettere su come parliamo. Leggi il seguito di questo post »

di Daniele Maria Pegorari 

È appena apparso su L’osservatore quotidiano (blog legato alla giovane casa editrice marchigiana Sigismundus) un breve articolo del poeta-editore Davide Nota che rispolvera la nota contrapposizione fra old economy (industrialismo) e new economy (capitalismo cognitivo e postindustriale). Egli vi scrive, infatti: «Ha ragione chi sostiene che il passaggio da una società di tipo industriale e corporativo, animata da grandi raggruppamenti politici ed economici (e relativi grandi Spettacoli, nel senso che ne dà Guy Debord), ad una società di tipo inedito, il cui fondamento sia l’interazione reticolare tra piccole realtà individuali e micro-cooperative (ciò che si è chiamato negli anni ‘New Economy’, il nuovo popolo delle Partite iva) sia irrimandabile». E prosegue ipotizzando che il Movimento 5 Stelle altro non sia che la «proprietà privata di un gruppo economico che punta all’egemonia dei New Media», «un movimento populistico», cioè, «in cui l’allucinazione senza contenuti del vecchio Spettacolo novecentesco guida una massa priva di individualità», con lo scopo di mimare l’abbattimento di «un’intera ‘classe politica’» col fine reale di celebrare il «rito auto-assolutorio di un’intera ‘classe dirigente’». In altri termini, Nota parla del ‘grillettismo’ come di una nuova stagione del gattopardismo dei poteri forti nazionali. Leggi il seguito di questo post »

commenti

di Daniele Maria Pegorari 

Seguendo un consiglio di lettura di una mia studentessa, mi sono imbattuto in un dotto e interessantissimo articolo riproposto dal sito minima & moralia, facente capo alla casa editrice romana minimum fax. La pagina è firmata dall’ottimo scrittore Alessandro Leogrande e riguarda l’improvvida uscita di Beppe Grillo che recentemente ha preteso di nobilitare il proprio sfascismo antipartitico rinviando a un vecchio saggio di Simone Weil. Il contributo di Leogrande – vi consiglio di leggerlo – dimostra acutamente quanto sia travisante l’accostamento azzardato da Grillo, che evidentemente è abituato allo sciocchezzaio di Casaleggio e a un Latouche riassunto nei bignami, ma ha una certa difficoltà a sollevarsi alle altezze del pensiero politico e critico novecentesco.

Quello che mi ha stupito (e ferito e sconvolto e disorientato e disgustato), però, è stato il tenore dei commenti seguenti, che mi confermano, per la centesima volta, a quale barbarie culturale conduca la libertà di commento nei blog: e Dio non voglia che anche questo di «incroci» ne venisse infettato (se così fosse, da codirettore della testata porrei la questione della sua chiusura). Ben presto, infatti, a Leogrande ha risposto un frequentatore abituale di quel sito culturale (che dovrebbe dunque essere un lettore selezionato e motivato) il quale si è accontentato di marcare il territorio giornaliero (proprio come fanno i cani…), componendo il seguente sublime post: «Pippa megagalattica»… Leggi il seguito di questo post »


da incroci 26

cronaca di un convegno di Antonella Squicciarini

In occasione della ‘Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore’ promossa dall’Unesco, il 23 e il 24 aprile 2012 si è tenuto a Bari il convegno sul libro e la lettura “Biblìon. Un bene comune del XXI secolo”, grazie a un’originale triangolazione fra l’Università degli studi “A. Moro”, la sezione pugliese dell’Associazione Italiana Biblioteche e l’Associazione Pugliese Editori. Si è trattato del primo tentativo di chiamare alla riflessione e al confronto l’intera filiera della lettura come produzione/consumo di beni materiali (i libri, analogici o digitali) e immateriali (la ricerca, l’insegnamento, il senso critico), nella convinzione che senza un ‘ecosistema della conoscenza’ sia impensabile un vero progresso civile, sociale ed economico. Di questo convegno, che si è svolto sotto il patrocinio della Commissione Nazionale Unesco e del MIUR, leggiamo la sintesi redatta da Antonella Squicciarini. Leggi il seguito di questo post »

sul Sistema di Valutazione Nazionale delle scuole

un intervento di Carmine Tedeschi 

Da qualche giorno le scuole italiane, dalle Alpi a Capo Pachino, sono entrate in fibrillazione per la notizia che a partire dal 2014 i finanziamenti non saranno più a pioggia, ma in base ai risultati rilevati per ogni singola scuola da un macchinoso (e costoso) marchingegno burocratico: il SVN (Sistema di Valutazione Nazionale).

Agli alti lai levatisi dal basso e facilmente immaginabili, il Ministero si è affrettato ad assicurare che il provvedimento non si riferisce a finanziamenti in genere, ma a quelli relativi a “spese per il funzionamento”, cioè cancelleria, pulizia, telefono, manutenzioni varie, ecc.  Come dire che potranno meglio “funzionare” le scuole che già… funzionano meglio.  E le altre? Ci sarebbe da ridere, se non si dovessero paventare altri guasti sulla linea efficientistica inaugurata dall’ineffabile duo Gelmini-Brunetta. Leggi il seguito di questo post »

scrittura

di Daniele Maria Pegorari 

Dal noto e discusso Manifesto TQ alle mille fiere del libro che hanno punteggiato il firmamento delle attività culturali del nostro territorio rimbalza per ogni dove, ripetuto come un mantra, l’anatema contro l’editoria a pagamento, pronunciato da operatori che stigmatizzano la pubblicazione senza filtri di qualunque porcheria, purché debitamente accompagnata da congrui assegni firmati dal sig. Narciso; il che sarebbe condivisibile, se gli stessi editori, mescolando la saccenteria di chi la sa lunga con l’ipocrisia di chi nasconde scheletri nell’armadio, non trovassero del tutto naturale incassare lauti contributi dagli istituti di ricerca (solitamente si tratta dei Dipartimenti universitari). Dove finisce il tanto gridato coraggio dell’editore, quando questi, a margine di spropositati elogi riservati al saggista di turno, allarga le braccia dinanzi alle difficoltà della letteratura scientifica, pronto subito a stringerle di nuovo al petto qualora possa cullare teneramente una promessa di finanziamento con tre e anche quattro zeri? Leggi il seguito di questo post »

da incroci 25 – recensioni

Federico Rampini

ALLA MIA SINISTRA. LETTERA

APERTA A TUTTI QUELLI CHE

VOGLIONO SOGNARE INSIEME A ME

A. Mondadori, Milano 2011.

 di Daniele Maria Pegorari

Per Rampini il giornalismo è il metodo nobile per la conoscenza del mondo, col quale dar seguito alla sua prestigiosa formazione scolastica (liceo europeo di Bruxelles e laurea alla Bocconi), unita alla giovanile militanza nel Pci. Le analisi della realtà economica che Rampini è in grado di fornirci sono di una precisione e affidabilità che fanno venir voglia di prendere la matita e di glossare e studiare i suoi saggi come se si dovesse poi sostenere un esame. Ma quest’ammirazione non può impedire di segnalare la delusione con cui, immaginando di trovarmi dinanzi a una lettera aperta alla Sinistra affinché ritrovi i segni e i ‘sogni’ della propria visione alternativa, scopro invece che il libro è una giustapposizione di sei reportage dal mondo della crisi globale. Il racconto dell’attualità c’è tutto, d’accordo, ma dov’è la visione progettuale? Leggi il seguito di questo post »

La morsa della crisi non accenna ad allentarsi. Anzi nuovi dolori si aggiungono ai precedenti, nuove frustrazioni schiacciano i già pallidi segnali di speranza dei mesi passati. Nessuno come il poeta trevigiano Fabio Franzin (1963) ha saputo farsi interprete dei sentimenti operai in questa età di deindustrializzazione. Nel numero di “incroci” in uscita nel prossimo dicembre i lettori troveranno una recensione al suo ultimo bellissimo libro “Margini e rive”. Qui sotto, invece, si può leggere un suo inedito.

 

Fabio Franzin, Quando

Il cassintegrato culla la sua emicrania

vestendo il nulla delle ore con la pelle

rossa del divano, contando con l’alluce

destro le stecche oblique della tapparella.

È tutta nelle tempie, oggi, l’angoscia,

un pulsare ovattato dall’analgesico,

soffuso dalla penombra. È tutta esterna Leggi il seguito di questo post »


«incroci» – semestrale di letteratura e altre scritture

direzione: Lino Angiuli •  Daniele Maria Pegorari • Raffaele Nigro

disclaimer

Il blog ‘incroci on line’ non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità: per questo non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.
La responsabilità degli articoli è dei rispettivi autori, che ne rispondono interamente.

Alcune immagini pubblicate nel blog sono tratte dal Web: qualora qualcuna di esse fosse protetta da diritto d’autore, vi preghiamo di comunicarcelo tramite l’indirizzo incrocirivistaletteraria@gmail.com, provvederemo alla loro rimozione.

Al lettore che voglia inserire un commento ad un post è richiesto di identificarsi mediante nome e cognome; non sono ammessi nickname, iniziali, false generalità.
Commenti offensivi, lesivi della persona o facenti uso di argomenti ad hominem non verranno pubblicati.
In ogni caso ‘incroci on line’ non è responsabile per quanto scritto dai lettori nei commenti ai post.

Archivi