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La “Medea” di Andrea Cramarossa: 

un’ipergeometria delle relazioni.

 

di Fabiana Mercadante

Nell’imminenza del terzo anniversario della scomparsa di Nicola Saponaro, morto il 24 gennaio 2015 all’età di settantanove anni, pubblichiamo la recensione classificatasi al secondo posto del Premio di Critica e Storia del Teatro under 35 intitolato alla memoria del grande drammaturgo; l’iniziativa era stata fortemente voluta dal cutamc (Centro interuniversitario per il Teatro, le Arti visive, la Musica e il Cinema) dell’Università di Bari, dall’Associazione “Attraverso lo spettacolo” e dalla Biblioteca del consiglio regionale della Puglia “Teca del Mediterraneo” (che custodisce il prezioso Archivio privato donato da Saponaro). L’autrice, Fabiana Mercadante, è direttrice artistica di “Flooding lab – Collettivo di sperimentazione sulla narratività e i linguaggi della contemporaneità”. Il blog di «incroci» aveva già ospitato la recensione di Irene Gianeselli classificatasi al primo posto della sezione “Recensione”, mentre nel prossimo fascicolo della rivista (giugno 2018) apparirà il saggio di Marica Mancini risultato vincitore nella sezione “Saggio inedito sulla storia del teatro”.

 

La capacità di un segno di contenere in nuce un’informazione sul suo contrario è una delle qualità più affascinanti di un atto comunicativo. In questo senso il gioco delle risonanze di un figurante visivo o sonoro sulla percezione del destinatario di un’opera teatrale viene a svilupparsi intorno alla possibilità di costruire ampi spazi di negoziazione del senso. A partire da ciò incontra stimoli lo spettatore, nell’interpretare un’opera che non offre rifugio e appiglio nella parola, ma che tesse, per il suo sentire, una pura grammatica del suono e una corpometria dello spazio. È il caso della Medea del regista barese Andrea Cramarossa, un’opera che rinunciando al potere della parola, ci pone di fronte all’irruzione del logos (e del linguaggio che lo incarna) entro la logica del corpo e delle percezioni, per ridefinire tempi e modalità espressive del gesto, del suono e soprattutto dello spazio. Leggi il seguito di questo post »


«incroci» – semestrale di letteratura e altre scritture

direzione: Lino Angiuli •  Daniele Maria Pegorari • Raffaele Nigro

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