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Antonia Abbattista Finocchiaro, CORDELIA CONTROVENTO

Posted on: 17/06/2023

9788871868936Antonia Abbattista Finocchiaro, CORDELIA CONTROVENTO.
CAMPIONESSA PUGLIESE, PARTIGIANA A ROMA

Moretti e Vitali, Bergamo 2023

di Pasquale Pellegrini

Cordelia controvento. Campionessa pugliese, partigiana a Roma di Antonia Abbattista Finocchiaro, edito da Moretti e Vitali, aiuta a capire un pezzo di storia italiana.  Nipote dello storico e antropologo Saverio La Sorsa, Cordelia La Sorsa, di cui si parla nel libro, ha vissuto il fascismo, la Resistenza e l’Italia del dopoguerra con un anticonformismo difficile da accettare per quei tempi. In esso, però, si intravedono i germi di un riscatto di genere, un anticipo di future rivendicazioni.

La vicenda si svolge al Sud, a Molfetta, dove Cordelia è nata il 31 gennaio 1919. Figlia di Angelo La Sorsa, antifascista convinto, di famiglia non benestante ma colta, la donna ha una spiccata personalità. Il padre ha un trascorso nello sport come campione di attrezzistica, allena i giovani per le gare e mantiene la famiglia con lezioni private a studenti e scolari. “Non percepiva alcun compenso – sottolinea l’autrice – ma a casa non mancavano mai cestini di frutta e qualche bottiglia di buon vino”. Nel dopoguerra, La Sorsa riprende l’attività di conferenziere e sindacalista, fonda il primo sindacato cittadino degli agricoltori e ne cura gli interessi recandosi frequentemente a Roma.

In questo contesto familiare improntato alla cultura, alla disciplina dello sport e all’antifascismo Cordelia La Sorsa si ritaglia uno spazio di autonomia dedicandosi prima di tutto allo sport, “in un periodo storico – ricorda Antonia Abbattista Finocchiario – che, come è noto, esaltava e incoraggiava l’attività sportiva (utilizzata quale canale preferenziale di controllo sui giovani da parte del regime), ma presentava diverse perplessità e qualche dietro front sulla presenza delle donne nel contesto sportivo”. Ma non per Cordelia che, con caparbietà, gareggia nei 50 m, nel salto in lungo e nella staffetta 4 per 75 con risultati importanti. Merito delle sue doti fisiche, indubbiamente, ma anche dell’allenatore Giosuè Poli, figura prestigiosa e significativa dello sport del XX secolo. Poli, conferma Abbattista, “è legato non solo al contesto locale della città di Molfetta, dove è nato e ha operato in gioventù, ma anche a quello nazionale”. Dirigente del Coni negli anni Quaranta, capo della nazionale di atletica leggera ai Giochi olimpici di Roma nel 1960, presidente della Fidal (federazione italiana di atletica leggera) dal 1961 al 1969.

Lo sport per Cordelia è una valvola di sfogo, i risultati brillanti la portano ai Littoriali del 1939, massima espressione dello sport fascista. In quel periodo frequenta l’Università di Roma dove studia materie letterarie. “Per Cordelia un onore che ne sottolinea la professionalità sportiva e ne premia i non pochi progressi tecnici”, osserva Antonia Abbattista Finocchiaro. “Non solo: si può immaginare quali sensazioni di libertà e di autonomia producevano queste esperienze nelle giovani sportive, un effetto paradossalmente contrario a quello che il fascismo intendeva ottenere con l’imbrigliamento dello sport femminile”.

Università e sport mettono la pugliese in contatto con il mondo antifascista, rafforzando quegli ideali respirati tra le mura domestiche. Complice una gravidanza inaspettata, per evitare le dicerie di Molfetta, si stabilisce definitivamente a Roma, seguita dalla madre. La bimba nasce ad aprile 1943, pochi mesi prima della caduta del fascismo e dell’armistizio. Vicina al Movimento comunista d’Italia, nonostante la bimba di pochi mesi, Cordelia La Sorsa entra nella Resistenza. Dal settembre 1943 al giugno 1944 è aggregata alla formazione Bandiera Rossa, gruppo Ciavarella di base nella capitale e attivo nel territorio di Palena, in Abruzzo, sulla linea Gustav, con il ruolo di Comandante di squadra. “Si tratta – scrive l’autrice – di un’opzione netta per un determinato schieramento politico, e di un coinvolgimento diretto e appassionato, che valica i confini di una generica adesione ideologica e che la vede impegnata in prima persona a rischio della propria vita”. Rischio che effettivamente corre tanto che le riconosceranno una invalidità dovuta proprio alla sua attività partigiana.

Per quanto anticonformista, Cordelia La Sorsa è soprattutto l’espressione di un mondo femminile che cerca di misurarsi con la storia del proprio tempo con un ruolo di protagonista, in una società che vede nella donna più una comparsa che non una risorsa. “Abbiamo da imparare dalla sua grinta di donna, dal suo impegno sociale, dal suo sprezzo del pericolo, e perché no anche dalla sua solitudine”, conclude Antonia Abbattista Finocchiaro. “Abbiamo anche da capire le ragioni dei suoi silenzi, da immaginare le lacrime versate di nascosto dal mondo, da condividere il suo essere donna e madre contro ogni ostacolo e ogni pregiudizio”.

Il libro si chiude con una postfazione di Nicola Signorile, presidente della sezione Anpi di Bari sulla resistenza nel capoluogo pugliese.  

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