incroci on line

Rosa Porasso, Il pianeta disorientato. Sogni in pandemia

Posted on: 17/06/2023

9788871868820Rosa Porasso, Il pianeta disorientato. Sogni in pandemia

Moretti&Vitali, Bergamo 2022

di Achille Chillà

La recente pandemia di Covid-19 ha profondamente sconquassato il corpo sociale e soprattutto la tenuta psichica individuale e collettiva, producendo un esultante ferocia di bellum omnium contra omnes e contro l’ambiente, lo straniero e lo straniato. In una deriva di senso della Scienza con molte sue letture confliggenti e opposte sul fenomeno pandemico; dei media e dell’iperbole dei social network con una continua evocazione di un pericolo di morte angosciante espresso ben aldilà di un’onesta e doverosa esigenza di informazione; delle nevrosi e psicosi esplose inopinatamente tanto da costituire un vasto inventario psichiatrico; in tutto ciò dove è possibile ricostruire un alveo di integrità, una via agibile di redenzione o di semplice autenticità? Da simili quesiti è partita l’interrogazione di Rosa Porasso, psicanalista di formazione sia junghiana sia meltzeriana e arteterapeuta, con un saggio dall’esplicita provocazione nel titolo Il pianeta disorientato.

Con efficace sineddoche la specie umana è definita come vittima di un’azione di disorientamento, perdita di consapevolezza della propria posizione nel tempo e nello spazio e conseguente incertezza sui passi e pensieri da compiere. Se il livello corticale della percezione di sé e del mondo è compromesso da un vero e proprio trauma violentissimo, allora una strada di ricerca percorribile può attingere alla miniera dell’inconscio, al fine di tracciare alcune linee del sopito e del realmente percepito dalle cavità carsiche e spirituali della comunità. Si tratta di un metodo di intervista per mezzo dell’analisi dei sogni della parte di consapevolezza umana ancora orientata e capace di ribellarsi e manifestare il dolore entro la fluida struttura onirica.

In questo viaggio al centro dell’umano l’autrice ha raccolto materiale onirico da sé stessa, da amici, parenti, pazienti, colleghi fino a costituire “una rete di sognatori” che potesse offrirle una posizione privilegiata di osservazione nel corso dell’incubo pandemico. Nella campionatura dei sogni rientra, in verità, una pluralità di archetipi di diversi ambiti della psiche ricondotti dall’autrice a matrici tematiche comuni ben in grado di rendere visibile una ferita collettiva comune, scavata più dalle misure restrittive imposte per combattere il contagio che dal fenomeno virale in sé. Inoltre, l’elaborazione onirica della pandemia è letta e interpretata alla luce di una sintassi simbolica tratta da opere letterarie, antropologiche, filosofiche e artistiche. Ad introdurre i differenti snodi del libro e poi a commentare la narrazione dei sogni è stata convocata da Porasso una folta schiera di artisti e intellettuali col compito di gettare luce rivelatrice sulle immagini potenti del sentire collettivo. In particolare, il fatto artistico è un ausilio di grandissima efficacia nell’intelligenza più profonda del dettato onirico: da Ascention,  installazione di  grandi dimensioni di Anish Kapoor sull’immagine ancipite del fumo alla Madonna del Carmelo del Moretto a proposito della simbologia del pipistrello, passando per  Max Ernst , Pablo Picasso e molti altri, il patrimonio artistico è ricondotto ad un comune alveo percettivo ben aldilà di limiti spazio-temporali e in grado di sintonizzarci con contenuti inconsci di capitale importanza in questo primo drammatico scorcio del terzo millennio. Ad esempio, nel capitolo quinto dal titolo Prognosi la natura e gli antenati evocati dai sognatori si rivelano come forze simboliche desunte dal regno di Ipnos e Morfeo col potere di guarire le piaghe pandemiche sui tessuti logorati della psiche: i divieti, gli spazi e gli atti interdetti, le proibizioni non sono percepiti e spiegati come dei colpi immedicabili inferti all’umanità in un non dicibile travaglio; anzi, essi diventano una possibilità di nuovo slancio evolutivo, a patto però che ci si riappropri delle radici dell’umano soprattutto attingendo alle millenarie forme dell’espressività umana mediata dall’Arte; si colgono meglio così le illusorie e demagogiche situazioni di benessere pre-pandemiche: ‹‹Un pensiero chiuso in un intrico di dicotomie logiche non sostenta più i morti: digiuni delle cose preziose di cui si allietavano, affamati, ci perseguiteranno. Così l’Aldilà prende la forma di rapimento da parte degli extraterrestri, di possessione demoniaca, di spersonalizzazione, di dipendenza da sostanze, di credenze semi-magiche, di ipocondria e somatizzazioni varie: i morti diventano presenze sconosciute e non riconosciute, ombre inquietanti, che ci abitano in una terribile confusione›› (Pp. 173-174); come in questo caso accade per il culto dei morti, una svalutazione dei contenuti primordiali del sentire umano porta con sé una orrenda molteplicità di patologie in sostituzione di un argine al mistero profondamente radicato nelle strutture dell’Essere da età remote.  

Infine, il pensiero sotteso al libro sembra un’esortazione ai lettori a non lasciare insolute le lacerazioni interiori del trauma del recente vissuto collettivo ma di curarlo con gli unguenti delle arti usati come attingitoi del nostro inconscio; ancora più precisamente, l’esperienza del virus e del confinamento potrebbe assolvere al compito di destarci dal sopore della passiva accettazione della nostra dimensione, per indurci ad un’introspezione salvifica e rigenerante. La partita si gioca tra il finger nulla, lasciando i sogni e le altre voci profonde inascoltate, con il rischio di una regressione a stadi emotivi primitivi e, dall’altra parte, l’utilizzo di questa penalità come una grande opportunità di risveglio.

  

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

«incroci» – semestrale di letteratura e altre scritture

direzione: Lino Angiuli •  Daniele Maria Pegorari • Raffaele Nigro

disclaimer

Il blog ‘incroci on line’ non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità: per questo non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.
La responsabilità degli articoli è dei rispettivi autori, che ne rispondono interamente.

Alcune immagini pubblicate nel blog sono tratte dal Web: qualora qualcuna di esse fosse protetta da diritto d’autore, vi preghiamo di comunicarcelo tramite l’indirizzo incrocirivistaletteraria@gmail.com, provvederemo alla loro rimozione.

Al lettore che voglia inserire un commento ad un post è richiesto di identificarsi mediante nome e cognome; non sono ammessi nickname, iniziali, false generalità.
Commenti offensivi, lesivi della persona o facenti uso di argomenti ad hominem non verranno pubblicati.
In ogni caso ‘incroci on line’ non è responsabile per quanto scritto dai lettori nei commenti ai post.

Archivi