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Checco Zalone e l’ideologia della precarietà / 2
di Daniele Maria Pegorari
Non mi stupisce il fatto che un prodotto culturale commerciale possa avere tanto successo, ottenere tanta pubblicità e incassare tanto denaro. Accade periodicamente e, peraltro, se non accadesse, non avremmo soltanto un altro comico disoccupato, ma l’intero sistema della produzione culturale ne sarebbe minata. Non ho mai ipocritamente tuonato contro le sexi-commediacce e i cine-panettoni vanziniani e nemmeno contro le canzonette (di cui, anzi, sono abbastanza ghiotto): sono stato un ‘ragazzo degli anni Ottanta’ e la consuetudine con l’industria culturale fa parte del mio dna.
Quello che invece mi ha stupito di Quo vado? è l’immediato interesse della politica (che invece non si era affatto mossa intorno ai precedenti film di CheccoZalone e Nunziante): questa attenzione decisamente seriosa, nonostante l’apparente leggerezza che il mattatore continua a professare, impone di leggere in questo film qualcosa di diverso. Sì, ha ragione Giuseppe Angiuli (che, per inciso, difende il posto fisso non certo pro domo sua, visto che è un libero professionista, forse da una quindicina d’anni): il film è sostenuto dal sistema mediatico perché piace la sua utilizzabilità come manifesto occulto dell’ideologia della precarietà esistenziale. Leggi il seguito di questo post »
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Checco Zalone e l’ideologia della precarietà
di Giuseppe Angiuli
Le vie della manipolazione mentale e del condizionamento culturale – come si sa – sono infinite.
Viviamo un periodo storico contraddistinto per tutti, specie per le giovani generazioni, da una strutturale precarietà che ogni giorno di più si estende inesorabilmente a tutte le tipologie di relazioni tra le persone.
In particolare, il fenomeno della precarizzazione dei rapporti lavorativi e di quelli amorosi sembra ormai affermarsi come la principale tendenza socio-antropologica di questo secolo e nessuno sembra avere la forza per fermare tale immane processo di cambiamento culturale, al punto che ormai nella nostra società si assiste a delle incisive modifiche di fondamentali abitudini di vita a cui solo fino a pochi anni fa tutti sembravamo abituati: in ogni campo, ad affermarsi è la cosiddetta “società liquida” ben descritta dal sociologo Zygmunt Bauman. Leggi il seguito di questo post »